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venerdì 9 settembre 2011

Ventiduesimo e Ventitreesimo giorno

Tutto procede bene l’umore è alto nonostante il sole non risplenda! Siamo al terzo giorno di pioggia consecutivo. La prima volta che son tornata in albergo con il rickshaw, sotto l’acqua battente, mi è sembrato un azzardo, ma anche aspettare che smettesse non aveva alcun senso e allora… via, “ …che la nuova esperienza abbia inizio…” mi son detta, e sono arrivata bagnata fradicia e felice.
Sembra assurdo ma anche questo è piuttosto divertente, fa talmente caldo che anche la pioggia non da fastidio più di tanto e non vale solo per me, anzi. I bambini a piedi nudi e a torso nudo giocano e ballano sotto l’acqua, la gente cammina tranquilla e và dove deve andare senza fare una piega, i conduttori di rickshaw pedalano inzuppati, chi va in moto non si ferma, qualcuno si lava, col sapone.
Non si ferma nessuno, perché dovrei farlo io? Ero anche un po’ dispiaciuta per il ragazzo che mi viene a prendere e mi accompagna, in effetti non credevo di avere un’esigenza così urgente da non poter aspettare che smettesse di piovere, ma Shivani dall’alto della sua saggezza, mi ha spiegato che non debbo avere di questi scrupoli. In maggio e giugno si raggiungono picchi di caldo fino a 45/50 gradi sull’asfalto, sotto il sole, con un tasso di umidità altissimo. La vita si ferma? No. Quindi capisco che, bagnati di pioggia o di sudore, i ragazzi del rickshaw devono pedalare. Una cosa che appare molto chiara è che qui il perbenismo non esiste, il buonismo nemmeno. Qui si lotta tutti per la sopravvivenza. Sono molto pragmatici gli indiani. Ognuno conosce il suo ruolo e tutti stanno al loro posto, se uno fa un certo lavoro lo deve fare  e basta, non ci si deve lamentare.
E con ciò torniamo al discorso delle caste che, anche se abolite, continuano ad essere uno strumento di controllo sociale, tuttora ancora molto potente e radicato. Secondo le dottrine induiste, la casta nella quale un individuo nasce è il risultato delle sue azioni in una vita precedente. In questa visione le ineguaglianze fra gli uomini sono quindi la conseguenza di azioni delle vite passate. Va da sé che non c’è nulla da fare in proposito se non accettare lo status quo, perché la casta non si può cambiare, se non in una vita futura, a patto che in quella attuale si siano rispettate correttamente e appieno tutte le regole imposte. E’ uno straordinario sistema per impedire la ribellione.
In realtà il buddhismo, il giainismo e il sikhismo hanno rappresentato e rappresentano ancora forme di ribellione al sistema delle caste. Anche all'interno dell'induismo vari personaggi vi si opposero nel corso dei secoli e furono per questo perseguitati e uccisi, fino a Gandi, che rinominò gli intoccabili, 'popolo di Dio'.
Gli intoccabili, sono addirittura “fuori casta” , essi sono gli infimi tra gli infimi per un indiano; sono detti intoccabili in quanto chi li sfiora, anche solo accidentalmente, deve immediatamente andare a purificarsi, e  ad essi sono comunemente riservati lavori umili quali la pulizia delle strade o delle latrine. E qui in India non è come fare lo spazzino in Italia o negli Stati Uniti!
L’odore nauseabondo dei cassonetti rivoltati, già ispezionati da cani randagi, corvi e uccelli vari, ma anche da persone in cane ed ossa; bagnati dalla pioggia o riarsi dal sole, i mucchi di immondizia qui sono qualcosa che è davvero difficile da descrivere e forse da dimenticare. Comunque, nonostante le mie spiccate doti d’osservatrice del mondo che mi circonda, non ho ancora mai visto un topo, mentre a New York ne ho visti, e tanti anche, per non parlare delle incursioni notturne di scarafaggi, grossi, lunghi e veloci come razzi.

Comunque sia la pioggia oggi pomeriggio mi tiene in albergo, a riposare.
Il riposo per l’Ayurveda è un aspetto molto importante, che favorisce l’aumento di Sattva (vedi diciannovesimo giorno) nella mente. La fatica è la maggior responsabile della perdita di vitalità della mente. Non dico niente di nuovo, ognuno di noi sa quanto questo sia vero, eppure non ce ne preoccupiamo molto, le esigenze del nostro modo di vivere ci portano dritti dritti a dissipare energie preziose. Ma se fossimo in sintonia con i ritmi della natura, invece di resistere ad essi, quanto ci guadagneremmo? Perché anche in questo momento cerco di resistere al sonno, invece di abbandonarmi a tale propensione naturale? Quanta energia in più chiedo al mio organismo, invano?
La meditazione e il riposo fanno parte della nostra natura e creano in noi la quiete, questo permette al corpo e alla mente di liberarsi dallo stress e dalle tossine. Le innumerevoli richieste di tempo e attenzione tengono la nostra mente costantemente attiva e oltre a questo le influenze negative dell’ambiente creano ansia e confusione. La sovrabbondanza di stimoli confina la mente ad un livello superficiale, nel quale l’eccessiva dispersione e la chiusura impediscono di sperimentare le vaste risorse fisiche, mentali ed emotive, che sono nascoste dentro di noi. Le possibilità illimitate che esistono nei livelli più sottili della consapevolezza, rimangono accessibili solo a una mente calma e stabile.
La meditazione quindi al giorno d’oggi diventa più una necessità che un lusso o un compiacimento, entrambe interpretazioni errate di tale pratica, ma che fanno parte del pensiero comune di noi occidentali.

Meditate gente, meditate… diceva Renzo Arbore facendo la pubblicità della birra, forse senza sapere che era uno dei migliori consigli che potesse mai dare.

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