Stamattina nonostante tutto mi sono un po’ arrabbiata, non proprio arrabbiata, sono rimasta delusa per una cosa che sapevo già,, ma che continuo a non volerla accettare.
Il ragazzo del rickshawnon è arrivato. L’appuntamento era alle 9.30, l’ho aspettato fino alle 9.50 e poi mi sono
decisa a fermarne uno qualsiasi, per farlo
correre alla clinica.
Il ragazzo designato è stato “assoldato” dal dott. Mishra al mio arrivo per venirmi a prendere all’hotel, portarmi alla clinica e ritorno, tutti i giorni. Sarebbe stato difficile fare diversamente visto che la clinica non ha un indirizzo. Qui non ci sono i nomi delle strade, masoprattutto i ragazzi che pedalano non parlano inglese, e a volte non sanno neanche leggere. Insomma dopo diciotto giorni che lo vedevo, mi ero quasi affezionata a questo tipo. E’ capitato che dei giorni tenesse acceso il cellulare per ascoltaremusica mentre pedalava e a me piaceva essere accompagnata da queste nuove melodie, mentre mi guardavo intorno nel tragitto. A volte arrivava tutto sudato e pedalava come una tartaruga, a volte è venuto ben vestito, con i pantaloni lunghi neri e camicia nera, tutto profumato. A volte sorridente, a volte sulle sue. Le parole non sono necessarie a creare un qualcosa tra le persone che si osservano quotidianamente. A volte è proprio questo il bello, farsi domande, immaginarsi risposte e storie e trovare solo col tempo conferme o meno. E così, giorno dopo giorno, l’ho quasi percepito “amico” e avevo la balzana idea che anche lui provasse quello che provo io. Macché, lui faceva la sua vita e io ero una come un’altra, solo una fonte di guadagno. Tanto è vero che dopo la prima settimana, filata liscia come l’olio, ha cominciato a farmi qualche richiesta “extra”.
Il ragazzo del rickshawnon è arrivato. L’appuntamento era alle 9.30, l’ho aspettato fino alle 9.50 e poi mi sono
decisa a fermarne uno qualsiasi, per farlo
correre alla clinica.
Il ragazzo designato è stato “assoldato” dal dott. Mishra al mio arrivo per venirmi a prendere all’hotel, portarmi alla clinica e ritorno, tutti i giorni. Sarebbe stato difficile fare diversamente visto che la clinica non ha un indirizzo. Qui non ci sono i nomi delle strade, masoprattutto i ragazzi che pedalano non parlano inglese, e a volte non sanno neanche leggere. Insomma dopo diciotto giorni che lo vedevo, mi ero quasi affezionata a questo tipo. E’ capitato che dei giorni tenesse acceso il cellulare per ascoltaremusica mentre pedalava e a me piaceva essere accompagnata da queste nuove melodie, mentre mi guardavo intorno nel tragitto. A volte arrivava tutto sudato e pedalava come una tartaruga, a volte è venuto ben vestito, con i pantaloni lunghi neri e camicia nera, tutto profumato. A volte sorridente, a volte sulle sue. Le parole non sono necessarie a creare un qualcosa tra le persone che si osservano quotidianamente. A volte è proprio questo il bello, farsi domande, immaginarsi risposte e storie e trovare solo col tempo conferme o meno. E così, giorno dopo giorno, l’ho quasi percepito “amico” e avevo la balzana idea che anche lui provasse quello che provo io. Macché, lui faceva la sua vita e io ero una come un’altra, solo una fonte di guadagno. Tanto è vero che dopo la prima settimana, filata liscia come l’olio, ha cominciato a farmi qualche richiesta “extra”.
Un giorno mi ha fatto vedere che aveva un taglietto sul ginocchio che gli stava facendo infezione. C’era un po’ di pus attorno, ma probabilmente perché si era guardato bene dal disinfettarsi. Comunque sto taglietto è stata l’occasione per chiedermi, con una scusa assurda, un anticipo sul pagamento dei cinque giorni successivi. Mi ha detto con una parola in inglese e dieci in indi, che voleva andare da un medico, ma questo avrebbe voluto dei soldi che lui non aveva. La sua richiesta era un po’ sfacciata, ma onesta, era solo un anticipo. Però cinque giorni senza paga non passano così velocemente, così al quinto giorno ha fatto il muso duro, mi ha fatto segno che era da un po’che non lo pagavo, diceva che erano sette giorni e non cinque e insisteva. Io che ero curiosa di sapere se avesse tenuto un buon conto dei giorni, sono stata molto attenta a non sbagliarmi, e la conferma di voler fare un po’ il furbetto, purtroppo me l’ha data. Passati due giorni tranquilli dopo questo episodio, al terzo giorno si è fermato durante il tragitto del ritorno, per dirmi che sua moglie aveva la febbre alta, aveva 103! Poi ha ripreso a pedalare, non sentendo niente da me, si è rifermato, per farmi capire che era molto preoccupato, dato che lei è incinta di tre mesi. Io ho ascoltato con interesse il racconto, cercando di immaginare dove volesse andare a parare. Ma è chiaro!!! Sempre lì!
In ospedale gli avevano chiesto duemila rupie per curare la moglie, voleva sapere se potevo dargli un contributo di cinquecento. ”Ma certo”… ho pensato mentre facevo un’espressione pensierosa e dispiaciuta. “Non importa se mi stai raccontando una balla grande come una casa… lo posso fare. Te lo do volentieri questo contributo”. E così è stato. Poi per altri tre giorni nessun problema. Al quarto giorno mi ha fatto uno squillo sul cellulare alle 9.50. L’ho richiamato, mi ha detto che aveva la febbre e non sarebbe venuto a prendermi. Poi altri due giorni buoni e ieri che pioveva a dirotto ha spiegato che quel giorno sarebbe rimasto a casa a letto tutto il pomeriggio, poi ha richiesto un piccolo extra per farsi una bevuta. Stavolta non ho acconsentito, anche perché la dott.ssa Shivani mi ha caldamente suggerito di non assecondarlo, ma non mi era ben chiaro il motivo. Comunque, niente mancia per quel giorno, l’avrebbe avuta solo alla fine del mio soggiorno, come premio. E poi stamane, mi è parso proprio per dispetto, alle 9.50 non era ancora arrivato, quel testa di manzo!
Avevo addosso una gran rabbia per tutto, ma era una rabbia che contemplava anche il dispiacere. Era un bel “deal” per lui, 28 giorni di paga assicurata con extra mance, già prese e da prendere! E per me, che non dovevo indicare a segni, ogni volta, la strada e contrattare sul prezzo della corsa.
“Di quello che non c’è, si può sempre fare a meno” gran saggio proverbio popolare! Ho alzato un braccio e un nuovo rickshaw si è fermato ai miei piedi. Che tristezza…
“A fare del bene a un asino si prendono sempre dei gran calci”… o qualcosa del genere, menomale che i vecchi proverbi mi danno un po’ di conforto, mentre arrivo da Shivani. Lei è pronta a chiamarlo e fargli una bella lavata di testa. La fermo. Non desidero rimettere insieme i pezzi, mi è capitato già tante volte in ambiti differenti, si intende, ma i dati di fatto parlano chiaro e la forza sta nell’accettare le cose come stanno, non ne voglio più di nodi, nei fili spezzati.
Queste considerazioni mi portano a valutare il cambiamento. Il cambiamento per me è sempre qualcosa di positivo. Una storia si chiude e una nuova storia comincia. Anche se chiudere le cose può essere estremamente difficile a volte o doloroso, le storie, le situazioni, le idee i progetti, tutto nella vita, ha un inizio, uno svolgimento e deve avere una fine: Sattva, Rajas e Tamas
L’Ayurveda c’era arrivata già 5000 anni fa. E’ molto interessante, tutti i fenomeni nell’universo sono sottoposti all’influenza di tre fasi primarie chiamate i tre Guna (Sattva, Rajas e Tamas). Sattva corrisponde alla nascita di qualcosa, pensiamo ad esempio ad un progetto per una nuova casa, Sattva è il desiderio di una nuova casa, implica la capacità di creare, pensare, immaginare; poi arriva Rajas che genera azione, iniziativa, motivazione, e ci permette quindi di rendere il progetto possibile, attraverso ad esempio, disegni tecnici precisi fin nel più piccolo dettaglio; ma è solo con l’arrivo di Tamas che le cose giungono alla loro conclusione. Per completare la casa, il pensiero creativo di Sattva e l’attività costruttiva di Rajas a un certo punto devono arrivare al termine: questa è la funzione di Tamas. Se il committente continua a manifestare la sua creatività con aggiunte al progetto, o il costruttore continua a costruire, la casa non sarà mai completata. Senza l’orchestrazione ben coordinata dei tre Guna le cose non accadono.
I tre Guna si trovano in ogni aspetto dell'esistenza: nella natura e nella vita così come in tutti gli stati di coscienza. Così, quando prevale Sattva la coscienza umana è caratterizzata da uno stato di serenità e chiarezza mentale; quando Rajas è predominante, la coscienza diviene attiva, dinamica, volitiva e piena di energia; quando invece prevale Tamas la coscienza è inerte, immersa nell'apatia e nel torpore.
Così, gli individui tamasici (il pigro e l'inerte) esitano ad essere attivi, temendo di stancarsi o di fallire; gli individui rajasici (emotivi e passionali) si tuffano a capofitto nell'azione cercando risultati immediati, e rimangono delusi quando questi non arrivano come si aspettavano; mentre gli individui sattvici (le persone dotate di equilibrio mentale) sono attivi, considerando l'azione il loro dovere; il successo e il fallimento non disturbano la loro equanimità, poiché essi lasciano a Dio i frutti dei loro sforzi, consapevoli di essere solo strumenti nelle Sue mani.
In questo momento desidero tanto l’arrivo di Tamas nel mio stato mentale, che mi permetterebbe di trovare il bandolo della matassa e dare una conclusione a questo mio vagare tra i pensieri (Sattva) scrivendoli (Rajas).
Sì, lo sperimento e funziona. Tutto è governato da queste tre azioni, è straordinario.
E questo è il Panchakarma, una serie di azioni volte a riequilibrare l’organismo al fine di sperimentare appieno le potenzialità della vita, quando tutto è in equilibrio i pensieri sono chiari, limpidi, evidenti, la mente è sgombra da pensieri negativi e l’azione è proficua. Non so realmente se il corpo stia migliorando, ma se questo non stà ancora avvenendo è solo una questione di tempo. La mente governa!
I tre Guna si trovano in ogni aspetto dell'esistenza: nella natura e nella vita così come in tutti gli stati di coscienza. Così, quando prevale Sattva la coscienza umana è caratterizzata da uno stato di serenità e chiarezza mentale; quando Rajas è predominante, la coscienza diviene attiva, dinamica, volitiva e piena di energia; quando invece prevale Tamas la coscienza è inerte, immersa nell'apatia e nel torpore.
Così, gli individui tamasici (il pigro e l'inerte) esitano ad essere attivi, temendo di stancarsi o di fallire; gli individui rajasici (emotivi e passionali) si tuffano a capofitto nell'azione cercando risultati immediati, e rimangono delusi quando questi non arrivano come si aspettavano; mentre gli individui sattvici (le persone dotate di equilibrio mentale) sono attivi, considerando l'azione il loro dovere; il successo e il fallimento non disturbano la loro equanimità, poiché essi lasciano a Dio i frutti dei loro sforzi, consapevoli di essere solo strumenti nelle Sue mani.
In questo momento desidero tanto l’arrivo di Tamas nel mio stato mentale, che mi permetterebbe di trovare il bandolo della matassa e dare una conclusione a questo mio vagare tra i pensieri (Sattva) scrivendoli (Rajas).
Sì, lo sperimento e funziona. Tutto è governato da queste tre azioni, è straordinario.
E questo è il Panchakarma, una serie di azioni volte a riequilibrare l’organismo al fine di sperimentare appieno le potenzialità della vita, quando tutto è in equilibrio i pensieri sono chiari, limpidi, evidenti, la mente è sgombra da pensieri negativi e l’azione è proficua. Non so realmente se il corpo stia migliorando, ma se questo non stà ancora avvenendo è solo una questione di tempo. La mente governa!
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