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giovedì 8 settembre 2011

Ventesimo e Ventunesimo giorno

Non so come dirlo.  Ho paura a scriverlo, ma lo sto pensando, è da stamattina che ci penso: io non voglio tornare a casa!
Potrei mai vivere qui?
Mi sembra un pensiero così assurdo. Com’è potuto saltarmi in mente?
Non so, ma mi sono così tanto affezionata a questa routine. Mi piace così tanto questa assenza di cose da fare e abbondanza di pensieri, che mi tiene una gran compagnia. Più tardi voglio andare al mercato, tempo permettendo. Ma non un mercato speciale, il big market Dwarka sector 10, quello qui, dietro l’angolo. Quel mercato così brutto che il primo giorno mi veniva da piangere all’idea di averlo come punto di riferimento. E oggi ci vado come se fosse il mio mercato. Ho i miei negozi fissi da curiosare, mi muovo placidamente, come un’autoctona. Mi avvicino alle bancarelle, guardo, tocco, chiacchiero, sorrido. Sono così a mio agio che riesco quasi a mimetizzarmi, a passare inosservata. Mannaggia se non fosse per questi capelli stracorti e biondi, l’altezza e la pelle bianca, sarei perfetta.
Hops! E’ andata via di nuovo la luce. Oggi è già la quarta volta. Ieri è stata via quasi tutto il giorno. Va via, ritorna è quasi bello, se fossi a Milano ne sarei stressata, ma qui no! Dov’ero rimasta? Aha! Sì, il mercato.
Oggi vado a svaligiare le “farmacie” che vendono i prodotti Ayurvedici. Ho trovato una linea: Biotique biologica, senza conservanti, dermatologicamente testata, organicamente pura, 100% estratti botanici provenienti dall’Himalaya. Sulle confezioni c’è addirittura scritto: “This is not a cosmetic product, it has therapeutic properties. “ – “questo non è un prodotto cosmetico, ha proprietà terapeutiche”, e la cosa più terapeutica di tutte è il prezzo: circa 3/4 euro al pezzo. Al costo di una nostra buona crema, comprando qui, sono a posto per tutto l’anno. A parte gli scherzi sono davvero degli ottimi prodotti, c’e né per tutti i gusti, detergenti senza sapone, esfolianti, tonici, contorno occhi, rivitalizzanti della pelle, creme nutritive, balsami per le labbra, shampoo, oli per il corpo, intensive treatment-age control, protettivi solari e sbiancanti per il viso… Bhè, almeno quest’ultimo non mi serve, son già superpallida! Prima di partire per l’India tra le varie cose ho scoperto anche di essere anemica.
Mentre scrivo guardo fuori dalla finestra della camera d’albergo. Sono al secondo piano e mi affaccio sulla strada principale. E’ un viale alberato in una zona residenziale, periferica, ma è vicino alla fermata della metropolitana, così c’è sempre un bel via vai. Un andirivieni che cattura la mia attenzione tutti i giorni da quando sono qui. Mi piace veder passare la gente e solo raramente qualcuno si accorge di me. Quando i nostri sguardi si incrociano nascono sempre una serie di interrogativi. Pochi secondi sospesi, e poi ogni domanda rimarrà senza risposta, e sarà subito dimenticata…  eppure, anche se per un solo istante, io e la/lo sconosciuto siamo entrati in contatto. Se un poliziotto a seguito di un qualche grave fatto, dovesse chiedere al passante se ha notato qualcosa di strano, questo, riferirebbe di avermi visto!
Mi piace di più quando non si accorgono di me!
“Datemi una ruota e ci trasporterò il mondo… “    Ah! No, era: “Datemi una leva e vi solleverò il mondo”, ma questo l’ha detto Archimede, qui in India devono aver interpretato la mia versione, quella della ruota. Qui su una ruota, su due ruote, su tre o quattro ruote gira davvero di tutto! Tra i più belli che ho visto in bicicletta ci sono i trasportatori di bombole del gas e i trasportatori di uova. Li vedo tutte le mattine quando vado alla clinica, ma mi scoccia talmente tanto chiedere al ragazzo del rickshaw di fermarsi, per poterne catturare un’immagine.
Al mercato ho fatto la solita ricarica del telefonino, vorrei che qualcuno mi vedesse: arrivo al negozietto, il conduttore non mi considera più di tanto, ha tanti avventori in quel momento, allora io mi appoggio al bancone, gli sfilo il grosso album che tiene davanti, lo rigiro dalla mia parte e lo compilo, inserisco il numero di telefono e il valore della ricarica. Poi glielo porgo insieme ai quattrini. Lui, che continua a far finta di niente, prende un suo cellulare, guarda il mio numero scritto nell’album, lo compone e din din , sul mio cellulare appare il messaggio di ricarica compiuta. Lui apre un cassetto e mi porge il resto. Non ci siamo sorrisi, ne scambiati una parola, né detti grazie o prego. Io mi allontano, vorrei proprio sapere se non sembro un’abituè ... Aah a proposito, non sono io maleducata, qui grazie e prego non si usano! Ora cerco degli asciugamani. Alla clinica ce ne vuole uno al giorno. Shivani mi ha consigliato di farli lavare in hotel, cosa che ho fatto, con il risultato che son tornati indietro umidi, unti, non profumati ma stirati da dio e impacchettati. Così è stato anche per le magliette e i pantaloni che ho fatto lavare. Chissà forse non hanno la lavatrice? Forse non hanno il detersivo?? Non saprei, di tintorie in giro per la strada non ne ho viste in effetti. Ho preferito comprare altri sette asciugamani, dovrei avercene fino alla fine, son stufa di fare il bucato in camera, col sapone di Marsiglia che mi sono portata da casa. E ora vado alla ricerca dei limoni, dei mango, della melagrana e dell’ acqua in bottiglia, poi sono a posto, mi riprendo un rickshaw e torno in albergo.
Shivani è stata molto carina oggi, mi ha chiamata questo pomeriggio per assicurarsi che questa sera prendessi acqua calda, limone spremuto con aggiunta di sale, un autentico rimedio, “sturalavandini”, perché sono tre giorni che senza l’aiuto del “Basti”, non vado in bagno. Mi ha consigliato di mangiare una melagrana prima di cena, e solo mezza cena, il che ha voluto dire una zuppetta di spinaci con annegati dei cubettini di formaggio fresco (palak paneer) e un pezzettino di “piadina”(tandori naan). Bhè non dovrebbe rimanermi niente sullo stomaco! Non so, mi sento felicemente più leggera del solito oggi. Avrò perso un chiletto? Che domanda fantastica… chi lo sa? Però lo spero proprio tanto. Anche la pelle sta finalmente migliorando. Oramai sono diversi giorni che mantengo l’equilibrio dei dosha.
Da tre giorni Shivani ha inserito un nuovo trattamento chiamato Lepam. La maggior parte delle erbe, spezie e piante utilizzate per la pasta Lepam hanno elevate proprietà anti-infiammatorie e analgesiche ed i liquidi contenuti in essa sono ottimi per il nutrimento dei tessuti. La mistura fangosa viene spalmata su tutto il corpo e lasciata sulla pelle per una mezz'ora abbondante. Contemporaneamente viene eseguito un altro nuovo trattamento in abbinamento al Lepam. Il Facepack è una maschera facciale a base di poltiglia di frutta che viene lasciata riposare sul viso per lo stesso tempo del Lepam. Le proprietà sono antirughe, antistress, calmante, tonificante e rinfrescante. Un vero toccasana, peccato per l’odore un po’ acido un po’ acre, ma qui agli odori è meglio abituarsi.


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