Del resto, perché dobbiamo sempre cercare una risposta a tutto?!?
Anche questa mattina sono andata col rickshaw alla clinica Ayurvedica della dott.ssa Shivani.
Dopo il breve colloquio sull'alimentazione di ieri ed eventuali disturbi/problemi, mi ha testato il polso. Vata è ancora alto, ma sembra stia migliorando positivamente, (la dott.ssa è sempre di poche parole).
Procediamo col trattamento.
Vestita di un semplice legaccio di tela annodata in vita con appesa una garza che passa in mezzo alle gambe, stile aborigeno, ma meno elegante, mi accomodo su un panchettino basso, incrocio le gambe, tipo yoga, per tenere la schiena dritta, poi la Dott.ssa Shivani canta un breve mantra con le mani appoggiate sopra la mia testa infine comincia a massaggiarmi i capelli, il cuoio capelluto con una bella quantità di olio. L'olio si chiama Til ed è olio di sesamo, ottimo per pacificare Vata. E' piuttosto piacevole, ma a me non piace molto essere massaggiata in testa, eccetto che dal mio fidanzato quando guardiamo la TV, perché quelle carezze sono davvero amorevoli e mi mettono di buon umore.
Finito il massaggio alla testa, mi sdraio a pancia in giù su una tavola di legno coperta da una carta marrone, pesante, tipo carta da pacco ma più assorbente. Viene strappata da un rotolone che la Dott.ssa tiene lì nella camera. La luce è bassa, il ventilatore gira veloce sopra di me, l'atmosfera è rilassata. La Dott.ssa inizia il massaggio. Prima la gamba destra, con movimenti lenti, principalmente verso il piede; poi la gamba sinistra, poi il braccio destro ed infine il sinistro , facendo molta attenzione alle mani e ai piedi che devono essere sfregati con discreto vigore. A seguire i glutei, la schiena, poi il collo e poi ci si gira e si ricomincia: gambe, braccia, addome, seni, collo, viso. Ora sono completamente unta, ma molto unta.
Cerco di dire una parola alla Dott.ssa, mentre lei gentilmente, ma con decisione: "Shhh... " mi fa segno con le mani di stare sdraiata e mi dice di rilassarmi. Ok, penso io... stamattina mi sono svegliata, ho fatto colazione, ho preso il rickshaw e sono qui... devo ancora rilassarmi ??? E da cosa ? Vabbè, acconsento e chiudo gli occhi. Lei silenziosamente prepara un trespolo di legno dipinto e lo posiziona alle mie spalle, non vedrò mai cosa succede dopo, perché tutte le volte a quel punto mi mette due pezzi di ovatta, imbevuti di acqua di rosa, sugli occhi e schiacciandoli ben bene pur delicatamente, capisco di non poterli toccare né togliere. Così nella più totale oscurità godo di tutti quei leggeri spostamenti d'aria prodotti da lei mentre si muove silenziosamente intorno a me, cerco di immaginare il suo gesto mentre percepisco un piccolo rumore e attendo... so che tra poco un filo d'olio caldo cadrà sulla mia fronte e poi da lì sulla testa, i capelli ne saranno pieni. Quest'olio non ha odore, peccato mi sarebbe piaciuto un qualche profumo esotico, così, a occhi chiusi. Shivani, mi accarezza mollemente la testa, i capelli, l'olio "a filo" si muove da una parte all'altra della fronte, Shirodhara.
ZZZZ....
SDLENG ! BADABENG !... AUCH !
Il cuore fa un tonfo, batte a mille...
Ma dove sono...? cos'è stato...?
La Dott.ssa mi mette dolcemente una mano sulla testa...per tranquillizzarmi.
Ecco dove sono... ecco, ma cosa facevo ?? Dormivo ???
Ma se stanotte ho dormito dieci ore di filato ?...
Due parole gentili in una lingua incomprensibile...non gridate, sussurrate...
...poi dall'altra stanza una voce maschile con tono tranquillo spiega, in Indi, cos'è successo...
... Non lo saprò mai...
Del resto perché dobbiamo sempre cercare una risposta a tutto, tanto dentro di me immagino, no? Non c'è bisogno di parlare tanto.
Durante i trattamenti di Panchakarma (intendo dire durante i 28 gg di trattamento) si richiede espressamente di parlare poco, perché il corpo deve rimanere concentrato nello smaltimento delle tossine, e parlare richiede "fatica".
Non oserei dirlo a nessuno, ma sono esausta... e non è ancora finita. Questo Shirodhara dura 45 minuti, se non dormi sei fregata.
Ok, bene, qualche movimento alle mie spalle mi avvisa che è terminato. Ecco che forse mi leva l'ovatta... no, le sue mani calde mi avvolgono la fronte, scivolano sulla testa di nuovo, più volte, poi qualche pizzicottata qua e là e poi una bella strigliata, come quella che si da ai ragazzini coi capelli un po' folti...poi silenzio e quiete.
Sono ancora lì nel mio buio e ho i sensi così vispi, mi sforzo di stare tranquilla.
Torna con l'asciugamano che le avevo portato e come fa, il parrucchiere, mi "asciuga" i capelli dall'olio.
L'asciugamano bianco ora è marrone.
Finalmente ci vedo di nuovo, ma non c'è niente da vedere in effetti, solo il mio corpo nudo, lì, lucido sotto il ventilatore, nella penombra. Lei è uscita dalla stanza.
Adesso la parte peggiore.
Lei torna, mi asciuga dall'olio gentilmente; ieri avevo fatto il gesto di farlo da sola, mi ha lasciato incominciare, ma mi ha stoppato subito, mi ha fatto capire che non devo sfregare a destra e a manca, ci vuole poesia nel gesto, dolcezza, benevolenza verso quel corpo nudo, lì su un tavolo, che è poi il mio corpo.
Mi ha tolto l'asciugamano e ha ripreso lei il "lavoro". Io ho capito e nessuna parola è stata spesa.
Ora mi devo alzare e andarmi a sdraiare su un tavolaccio di legno, basso, dietro un paravento di teak intagliato.
E' l'ora del clistere.
Il clistere consiste in olio medicato con erbe (ognuno in base alle sue caratteristiche ha il suo mix), Basti in Indi, perché mentre lo ricevi, pensi sempre "... speriamo che basti", cioè che finisca...
Ok, ok... sono la solita esagerata. E' tutto fatto con estrema delicatezza, non si sente male, c'è solo un leggero fastidio e voglia di correre in bagno, ma lei ti dice categorica: "hold" e ti fa segno con il pugno di stringere.
Non hai scelta... trattieni.
Un tempo l’impiego del clistere come mezzo di terapia era piuttosto diffuso anche da noi. Oggi raramente i nostri medici prescrivono questo genere di cure, ritenendole, come altre pratiche, inutili, se non ridicole, e retaggio di un passato d’ignoranza. Tuttavia, il più delle volte si tratta di una grave perdita di conoscenza. L’atto terapeutico ha ripiegato su farmaci e iniezioni. Peccato, perché a volte semplici espedienti possono risultare davvero molto utili, risolutivi, economici e soprattutto non-intossicanti.
Nella medicina Ayurvedica le tecniche non farmacologiche di terapia sono tenute in grande considerazione e utilizzate da millenni come mezzi di purificazione, guarigione, profilassi e ringiovanimento. Il clistere medicato (Basti) è una di queste pratiche e per certi versi forse la più importante, considerato che secondo l’Ayurveda oltre il 70% delle malattie che affliggono l’uomo, originano proprio nel colon.
Il clistere medicato lascia un senso di leggerezza a livello addominale, di chiarezza a livello mentale e di benessere a livello generale.
Mi rivesto e torno alla luce.
La Dott.ssa Shivani, mi sta aspettando nell'altra stanza, il suo studio, dove riceve. Mentre mi siedo, arriva la tisana. E' di erbe, è piccante, densa, calda, speziata. Ne vorrei dieci tazze. Perché da noi le tisane sono tutte così "slavate" e insignificanti ? Questa ti entra nel profondo dei sensi, ti coccola, ti nutre...
BLIN BLIN BLIN...
Ecco il mio accompagnatore coi baffetti è arrivato, il suo rickshaw è pronto per riportarmi in albergo.
Namaste, Shivani
... "Namaste"
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