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venerdì 26 agosto 2011

Nono giorno

Stamattina mi hanno chiamato al telefono. Ho fatto un balzo e in un secondo ero in piedi, quasi sull'attenti.
Perché mi comporto così? Sì, son sempre un po' sul "chi va là", ma mai così sensibile. Ho il cuore in tumulto..., i pensieri si accavallano..., gli occhi semichiusi... e già una luce forte invade la stanza.
Non avrò sentito la sveglia, penso..., mentre una voce dall'inglese alquanto discutibile, mi fa domande che non riesco ancora a mettere a fuoco.
Riesco a vedere il mio telefonino: "Le sette!" esclamo ad alta voce.
Alla terza volta percepisco chiara la domanda al telefono: "you check-out today?"
"check-out ? Today ? No I stay here till Sept. 15"
Ma che cacchio! Questi mi svegliano alle sette per chiedermi se parto, quando sanno benissimo che starò qui 28 giorni!
Ripiombo sul letto, pensando che dovrei invece approfittarne per fare un po' di yoga, tanto la sveglia è tra un’ora. Invece, sto lì, cincischio, finchè suona.


Mi alzo e mi preparo una tazza di acqua tiepida, poi ci spremo dentro un limone, (...un limoncino, qui i limoni sono piccoli come noci e molto più acidi, ma hanno circa la stessa quantità di succo).
Questa pratica eseguita al mattino a digiuno, rappresenta un ottimo sistema per liberarsi dal "muco intestinale" e fare provvista di vitamina C. E' decisamente un’abitudine da conservare e procura un discreto piacere.
Il "muco intestinale" è un naturale meccanismo protettivo che aiuta a prevenire l'assorbimento delle tossine.
La maggior parte di noi ha l’abitudine di mangiare cibi "tossici" (caffè, zucchero, alcol, droghe, cibi confezionati ecc...) ad ogni pasto e non solo. Si formano quindi ogni volta degli strati di questo muco che si incollano alle pareti del colon, strati che aumentano per aderenza e consistenza. Continuando a nutrirsi con sostanze che producono tossine, strati su strati di materia mucoide vanno a tappezzare gradualmente l’intero canale alimentare causando un progressivo indebolimento del corpo e l'inizio di tutti i problemi.
I nuovi strati di muco che vengono prodotti, si incollano sui precedenti, l’azione peristaltica rallenta e con lei rallenta la velocità del transito del cibo lungo il canale alimentare.
I resti del cibo iniziano a marcire prima che escano e perdono la loro umidità e diventano puzzolenti, secchi e collosi. Inoltre hanno la tendenza ad incollarsi alle pareti degli intestini creando strati sempre più spessi di sostanza mucoide. Poi si gonfiano causando protuberanze, diverticolite, colite e altri problemi del colon. Tutte queste sostanze sono estremamente tossiche e il corpo deve lavorare incessantemente nel tentativo di eliminare questo sovraccarico. Questo incessante lavoro a cui sottoponiamo il nostro organismo stressa il nostro sistema immunitario, destinandolo a cedere e provocando la "malattia".
Dopo la tazza di limone la solita routine, ormai sono otto giorni che tutto si svolge regolarmente come ieri, l'unica novità consiste nella modifica al clistere.
Quello di oggi è praticamente puro olio medicato e serve ad ottenere una profonda unzione interna. La Dott.ssa, mi dice che devo "trattenere" x otto/dieci ore.
Mi pare un lasso di tempo improbabile, ma mi accorgo ben presto che l'olio introdotto, forse, viene assorbito dai tessuti e non se ne sente la presenza. Comunque oggi starò tranquilla in camera, non si sa mai...
Questa oliazione continua, fuori e dentro, è una procedura disintossicante preparativa del Panchakarma e si chiama Snehana che significa appunto unzione, lubrificazione.
Dimenticavo, prima della "tortura", ho dovuto bere due belle tazzone di una "sbobba" gialla. Una deliziosa zuppa di nonsoché dalla consistenza burrosa e calda. Mi sono azzardata, certo, a chiedere di cosa si trattasse, ma alle risposte incomprensibili dei primi tentativi, ho rinunciato, quindi il tutto si svolge in un totale silenzio rotto solo dal FLAP FLAP FLAP irruento delle pale dei ventilatori e dal fruscio delle tende contro i muri o il pavimento.
L'atmosfera è decisamente "armonica" e quindi piacevole, nonostante non riesca a vedere neanche un piccolo oggetto che definirei bello. Qui la bellezza sembra aver perso l'indirizzo.
Nella stanza di Shivani la cosa più decente è un mazzolino fucsia di fiori finti, in un vasetto verde giada.
Oggi torno in albergo un po' abbacchiata, la dott.ssa in attesa del rickshaw mi ha fatto accomodare in una stanza vuota e se ne è andata. Avrà avuto le sue cose l'ho giustificata, ma circa un'ora dopo che ero in albergo, l'ho vista arrivare insieme al padre. Che cosa avevano ancora da discutere con quelli dell'albergo? Perché non mi hanno chiesto di scendere, di bere un the assieme o qualcos'altro...Boh sono così "segreti" e io in tutti questi silenzi e percezioni di cose non dette, non mi trovo.
Oppure oggi è solo una giornata un po' più storta?

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