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martedì 13 dicembre 2011

Secondo Panchakarma – Undicesimo Giorno



Scoiattoli, gechi, capre, mucche e vitelli, tori, cani e gatti, pappagalli, scimmiette, farfalle, mosche e zanzare, cavalli e asini, c’è una gran varietà di forme viventi qui per la strada. Io però voglio tanto vedere il serpente a sonagli che esce dal cesto e non so dove trovarlo... anche un elefante sarebbe carino, ma qui in città neanche l'ombra.


Oggi sono andata a piedi da Shivani. Trentacinque minuti di camminata, piacevole, ma senza niente di particolare che valga la pena di annotare, forse, eccetto questa mia sensazione di piccola trasgressione. Heh sì, da quando sono arrivata qua la prima volta, mi hanno detto come mi dovevo comportare, dove prendere il rickshaw, quanto pagare, mi hanno dato degli orari da rispettare ed io ho sempre fatto tutto “a modo”(dialettale emiliano). Oggi incamminarmi da sola mi dava un senso di libertà. E la liberà quando la si prova poi la si desidera sempre, così come la trasgressione. Non so se questo sia un pensiero Ayurvedico…

Stamattina nel letto mi sono sentita il polso. Sono diverse mattine che mi ascolto il polso per capire come fanno i dottori in Ayurveda a stabilire il tuo stato di benessere o malessere. Ed è da qualche mattina che mi sembra di aver capito. Shivani ride e dice che non ho la capacità di concentrarmi a sufficienza per “sentire”. Io penso che non sia del tutto vero, dato che ci prendo.

Stamane, stavo dicendo, ho sentito il mio polso ed, EUREKA !

VATA= PITTA= KAPHA=   sono bilanciati finalmente! Cominciavo un po’ a deprimermi perché non giungevo al risultato in fretta. Noi occidentali siamo abituati che ad ogni azione corrisponde una reazione (immediata), abbiamo perso la pazienza dell’attesa, non è più nelle nostre corde. Vogliamo tutto e subito. Ho mal di testa, mi prendo una pillola entro un ora ho risolto il problema. No, No. Non è così che si fa. Ho mal di testa? Questo sta a significare che ho un problema diverso, devo capire da cosa deriva e curare questa cosa per far passare il mal di testa. Se cancello il mal di testa con una pillola, non andrò più a ricercarne la sua causa, che col tempo potrebbe aggravarsi e ricreare altri mal di testa…

Mal di testa a parte cercavo di dire che è intrinseco nella mia abitudine aspettarmi dei cambiamenti repentini (se inizio una dieta, il giorno dopo salgo sulla bilancia a vedere quanto ho perso). Avendo programmato un panchakarma di soli quindici giorni, (soli perchè secondo le scritture ce ne vogliono almeno 28 + la settimana di recupero), volevo arrivare il più in fretta possibile all’equilibrio e avevo l’impressione di rischiare di dover tornare a casa senza averlo raggiunto, magari per questione di pochi giorni. Insomma per farla breve, ero preoccupata e stavo già pensando se e come era possibile posticipare la partenza, ma per fortuna non è stato necessario. Anche stavolta la mia buona stella mi ha assistito.

E’ logico, Shivani ha solo confermato la mia diagnosi. Che sia davvero divenuta capace di sentire? Quello che mi ha aiutato è sapere che il polso di Vata è percepito come il movimento di un serpente che striscia, il polso di Pitta è percepito come una rana che salta, il polso di Kapha è lento e regolare come il fluttuare di un cigno.

L'osservazione quotidiana di polso, volto, lingua, occhi, unghie e labbra, fornisce sottili indicazioni. Attraverso queste si può imparare quali squilibri stanno avvenendo nel corpo, quali organi sono coinvolti e dove i dosha e le tossine si sono accumulati. In questo modo, controllando gli indicatori corporei regolarmente, i sintomi patologici possono essere scoperti per tempo e possono così essere intraprese adeguate misure preventive. L' Ayurveda insegna che la persona è come un libro vivente e che deve essere letto ogni giorno per la comprensione ed il benessere fisico.

Pensandoci, ricordo che anche in Italia un tempo, quando ero bambina, il dottore ascoltava il polso del paziente. Ti chiedeva di mostrare la lingua e ti guardava negli occhi con la lucetta. Da tempo antico il polso è riconosciuto come il più importante segno della vita. Nell'era moderna i medici hanno dimenticato le cose più semplici, hanno abbandonato l’attenzione ai segnali del polso in favore della medicina allopatica, prescrivibile, pronta, immediata e delle radiografie per ogni non nulla. Tutte cose che fanno malissimo, tranne alle case farmaceutiche!

Nell' Ayurveda invece, il concetto di prevenire una malattie implica un costante controllo della interazione tra ordine (salute) e disordine (malattie) nel corpo. Il processo della malattia è una reazione tra i cinque elementi nel corpo. I sintomi della malattia sono sempre collegati allo sconvolgimento dell'equilibrio dei dosha (vata,pitta, kapha). Una volta che comprendiamo la natura dello squilibrio attraverso una cura adeguata, può essere ristabilito l'equilibrio.

L' ayurveda insegna metodi molto precisi per comprendere il processo della malattia prima che qualunque segno evidente di essa si sia manifestato. Rimane il problema per noi in Italia che l’Ayurveda non è riconosciuta come disciplina scientifica, pertanto i medici ayurvedici non sono abilitati a praticarla e noi siamo “costretti” a farci un viaggetto in India se vogliamo conoscerla, se vogliamo praticarla.

Il panchakarma che ho fatto io lo prescriverei alla maggior parte delle persone che conosco, sicura dei benefici che si ottengono. Che cosa sono 28 giorni se ti puoi liberare completamente dei tuoi problemi? Problemi semplici ma a volte irrisolvibili, nel mio caso è l’eczema, ma può essere la psoriasi, la cervicale, le nevralgie, la sciatica, l’ipertensione, il diabete, il reflusso gastroesofageo, l’acidità di stomaco, l’ansia, la depressione, l’insonnia…. potrei andare avanti ad oltranza, ma questi sono i più comuni che mi vengono in mente.

Una volta trovato, la cosa più difficile è il mantenimento dell’equilibrio. 
Questo sì che non è da tutti. Implica una forte volontà al cambiamento, crisi di guarigione (la malattia si acuisce prima di placarsi), coraggio e pazienza. Bisogna andare contro tutti, contro la credenza comune, contro l’ignoranza, contro il proprio passato con tutti i suoi errori, e ti senti solo in questo percorso. Poi piano piano, quando sei lì sulla tua nuova strada, è come se sorgesse il sole, ti accorgi che le persone che hai intorno ti sono vicine, sono curiose, interessate e ti senti più in sintonia con tutti più di quando hai intrapreso il cammino. 
Tutto questo da una grande gioia e soddisfazione.

Non riesco ancora a dire grazie Dio perché sono atea, ma GRAZIE di essere viva e forte in questa vita che per tanti versi vale la pena di essere vissuta.

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